Riaprire sì, ma quando e in che condizioni?
Le sigle di categoria proclamano lo stato di agitazione contro il provvedimento del governo.
Studenti in piazza il 28 maggio a Roma. Il Comitato tecnico scientifico dice no all’ultimo giorno in classe.
Speranza promette: a settembre tutte le aule aperte.
Tutti scontenti sul fronte scuola.
In commissione Istruzione al Senato procedono a rilento le votazioni sul dl Scuola e si discute ancora sull’emendamento per la stabilizzazione dei precari.
Che non riesce a mettere tutti d’accordo, nonostante l’intesa politica raggiunta domenica notte con il premier Giuseppe Conte.
L’approdo nell’aula di palazzo Madama è slittato ed è probabile che il governo ponga la fiducia sul provvedimento.
Ma si registrano le proteste anche di sindacati e movimenti studenteschi.
Hanno formalmente proclamato lo stato di agitazione i cinque maggiori sindacati del comparto scuola.
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams si dicono del tutto insoddisfatti delle mediazioni politiche raggiunte fra i gruppi di maggioranza.
E hanno inviato ai ministeri competenti una richiesta di svolgimento del tentativo di conciliazione.
Nelle prime due settimane di ‘deconfinement’ in pochi sono tornati in classe alle medie e alle elementati.