Sapete dove finiscono le mascherine usate?
E sapreste dire quante mascherine monouso vengono usate ogni mese nel mondo? Dite un numero
I vari tipi di mascherine arrivati sul mercato in seguito alla pandemia sono diventati una presenza costante nella nostra vita quotidiana, e con ogni probabilità lo resteranno per mesi.
Dopo tante discussioni sulla loro utilità, reperibilità, prezzo e modi d’uso, in questi giorni in Italia si è tornati a parlare del loro impatto sull’ambiente.
Le mascherine, spesso usa e getta, sono infatti un rifiuto da smaltire nelle discariche o attraverso la distruzione negli inceneritori o nei termovalorizzatori (gli inceneritori in cui il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti è utilizzato per produrre energia).
Il tema è tornato su siti e giornali dopo che l’associazione francese Opération Mer Propre ha sostenuto che nei mari ci sarebbero già ora «più mascherine che meduse».
E con l’inizio della scuola il WWF ha raccomandato di non disperderle nell’ambiente.
In certi casi è stato evidenziato l’impatto ambientale relativo all’incenerimento o allo smaltimento delle mascherine (comunque una piccola parte dei rifiuti totali).
In altri casi, invece, al rischio di contagio per chi deve recuperare, trasportare e gestire i rifiuti indifferenziati (che finora sembrano essere minimi).
Le quantità in ballo
Non esistono numeri certi su quante mascherine siano state prodotte, vendute o usate nel mondo dall’inizio della pandemia.
Ma secondo uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology e citato da Reuters, dall’inizio della pandemia sono state usate nel mondo ogni mese almeno 129 miliardi di maschere monouso.
Alle quali vanno poi aggiunte mascherine di altro tipo e altri dispositivi di protezione individuale, come i guanti.
Limitandosi all’Italia, a maggio l’ISPRA (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Aveva stimato per tutto il 2020 una produzione totale da un minimo di 160mila tonnellate a un massimo di 440mila tonnellate di guanti e mascherine.
Per mettere le cose in prospettiva, quest’anno – considerando anche una diminuzione durante i mesi del lockdown – in Italia i rifiuti urbani complessivi saranno poco più di 30 milioni di tonnellate.
Le mascherine vanno nell’indifferenziata
Come spiegato a maggio dall’Istituto Superiore di Sanità (l’ISS).
Le mascherine vanno nella spazzatura generica (l’indifferenziata) per via dei materiali di cui sono fatte, ma ancora di più perché ogni mascherina è potenzialmente infetta.
Lo stesso vale, tra l’altro, anche per la carta per usi igienici e domestici (come fazzoletti, tovaglioli e carta in rotoli):
rifiuti che in molti casi potrebbero essere riciclati, ma che per precauzione l’ISS ha invitato a buttare nell’indifferenziata.
Nel caso di «utenze domestiche in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria».
L’ISS ha spiegato anche che andrebbe sospesa la differenziazione dei rifiuti gettando tutto nell’indifferenziata.