Quest’anno la vivremo in condizioni molto diverse dal consueto.
Penseremo ai numerosi nostri concittadini morti per l’epidemia.
Tante storie spezzate, affetti strappati, spesso all’improvviso.
Per i loro familiari e per le comunità di cui erano parte il vuoto che essi hanno lasciato renderà questa giornata particolarmente triste”.
Un messaggio ben diverso dagli altri:
Mattarella questa volta spinge sulle emozioni, rassicurando un Paese in forte crisi di tenuta per il futuro.
Mentre all’inizio dell’emergenza, il 5 marzo, aveva dovuto puntellare le misure straordinarie e le “decisioni univoche” prese dal governo, e poi, il 27, richiamare l’Europa a rispettare la propria vocazione solidale.
Il presidente si è tenuto ben distante dalle rinascenti polemiche politiche senza dedicare neanche un accenno alla battaglia che il governo sta portando avanti in Europa.
Alla vigilia di Pasqua il capo dello Stato ha voluto infondere energie, cementare la tenuta psicologica dei cittadini, mostrare una via d’uscita.
“In questi giorni intravediamo la concreta possibilità di superare questa emergenza.
I sacrifici che stiamo facendo da oltre un mese stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso”, ha premesso.
Per questo ha parlato con chiarezza del futuro prossimo, di aperture, di normalità:
“Non appena possibile si potrà avviare una graduale, progressiva ripresa, con l’obiettivo finale di una ritrovata normalità”.
E sempre in quest’ottica ha voluto chiudere il suo breve intervento (due minuti e 40 secondi circa) assicurando che il Paese deve coltivare “speranza e fiducia” uniti in una “sorte comune”.
Una sorte comune dalla quale gli italiani dovrebbero prendere il meglio:
“evitiamo il contagio del virus e accettiamo piuttosto il contagio della solidarietà tra di noi”, è stato l’invito pasquale del primo cittadino
(fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev).