E se è così, cioè se il bambino è sceso, in braccio alla mamma, nel canalone in cui poi, ai piedi di un traliccio dell’alta tensione, la dj è stata ritrovata morta.
A maggior ragione torna l’interrogativo più inquietante: dov’è il bambino?
Il testimone e le altre persone che erano con lui hanno visto «la donna di fronte, che camminava in modo veloce, sul lato destro, verso un passaggio nel guard-rail dopo la galleria Pizzo Turda, al km 117.
Dove c’è un piccolo varco, hanno cercato di aiutarla, ma quando la signora è sparita dalla loro vista, hanno sospeso le ricerche».
Rimane in piedi l’esame del contesto familiare per capire le ragioni delle inquietudini di Viviana.
Si attenua, invece, l’ipotesi di un’aggressione da parte di animali selvatici: «non è quella privilegiata», dice Cavallo.
Viviana era in preda a una crisi mistica, affrontava un momento particolare, i familiari dicono che al bambino non avrebbe fatto mai del male: ma allora perché si è spinta in campagna?
Gli inquirenti escludono che fosse inseguita: «Al momento è da escludere», dice ancora Cavallo ma il fascicolo d’inchiesta è aperto per omicidio e sequestro di persona.
Le ricerche di Gioele continuano con cani molecolari e carabinieri specializzati nella caccia ai latitanti, che battono ogni anfratto vicino all’autostrada.
Ieri Daniele Mondello, il marito, assieme al proprio padre e al papà di Viviana, è andato in Procura per mettere in dubbio che il corpo sfigurato in volto, trovato nove giorni fa nelle campagne di Caronia, fosse veramente quello della moglie.
Ma gli inquirenti hanno ribadito che la vittima è proprio lei.
Unica concessione ai familiari, il permesso di partecipare personalmente alle ricerche.