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Straziante lutto nel cinema, Ludovica ci ha lasciati poco fa

Una voce squillante e tenera prestata alle star e al palcoscenico.

È morta Ludovica Modugno, attrice e doppiatrice.

Aveva 72 anni, era malata da tempo. L’esordio nei teleromanzi, poi il teatro con grandi registi e ancora la tv. E tanto doppiaggio nei film con le dive internazionali

Quante voci emozionanti di scena ci lascia in testa, quanti personaggi umani ci ha donato, quanti infiniti e magistrali doppiaggi ha costruito con amore in cinema, e soprattutto quanti rapporti bellissimi, spontanei, contagiosi e generosi ha collezionato in vita, nei suoi 72 anni.

Ludovica Modugno che da questa sera non è più in squadra, in palcoscenico, sul set, in studio di registrazione, nei luoghi e nelle stanze della vita?

Un malore con crescenti complicazioni l’aveva appiedata, a giugno, dopo l’ennesimo, sentitissimo successo sulla ribalta del Centro Teatrale Bresciano, dove lei impersonava Dene, nello strepitoso testo “Ritter, Dene, Voss” di Thomas Bernhard, ed era al suo settimo spettacolo con la regista Elena Sbardella, recitando assieme a Gianluca Ferrato e Franca Penone.

Per lei recitare era esistere, era lo stesso che pensare, era un modo per comunicare, era una ragione del cuore e dell’animo, era un dovere etico ed estetico, era un pretesto per sorridere e commuoversi, è stata per tanto tempo una vocazione condivisa col trepido marito teatrante Gigi Angelillo scomparso nel 2015.

Era gioiosissima, Ludovica, era una forza della natura, era loquace senza mai interrompersi, ed era dotata di un umorismo caparbio, fine, intellettuale, popolare, senza mai farsi sfuggire un’occasione di slancio, di campagna sociale, di sentimento politico, di caricatura necessaria, di splendore della sincerità.

E si ha solo l’imbarazzo di scegliere gli attestati, i titoli, le imprese sul palco o quelle sugli schermi, per non dire di tutta la Babele di toni, di accenti, di espressioni, di pronunce, di intensità e di effetti con cui lei ha ritratto sonoramente il nostro mondo.

Certo, sembrerà banale, ma come si fa a non citare il suo esordio a 4 anni nel primo romanzo sceneggiato, “Il dottor Antonio”, e il contemporaneo debutto nel doppiaggio nel ruolo vocale del bambino protagonista del film “Marcellino pane e vino”?

Non si fece mancare anche un primo affaccio a teatro a 7 anni, in “Alcesti” di Euripide, con messinscena di Guido Salvini.

Il suo enciclopedico albo d’oro ha varie pagine per gli sceneggiati televisivi dagli anni Sessanta in poi (ne “La Pisana” fu la protagonista infantile).