Viene riportata pure una considerazione espressa a voce da Tirabassi: “Tu mi hai salvato il culo — sostiene Tirabassi, il laico più alto in grado tra i gestori dei fondi della Segreteria — di fronte a un’operazione di cui… non ero responsabile de’ sape’ cose… e a differenza di tutti non ho preso niente”.
C’è insomma la sensazione che le “parti” stessero discutendo sul da farsi, magari su uno sblocco della vicenda. Ma non è tutto.
Papa Francesco sta combattendo un’aspra battaglia per far sì che la “trasparenza” diventi la regola in Vaticano.
Per quanto questa storia della gestione dell’Obolo di San Pietro, cioè dei fondi che i fedeli destinano direttamente al pontefice per le opere di carità, si stia gonfiando parecchio in termini mediatici, con cadenze piuttosto regolare, le responsabilità non sono state ancora distribuite.
Per ora ci ha in qualche modo rimesso il cardinale Angelo Becciu, che è stato privato delle facoltà che derivano dalla porpora, mentre alcuni dirigenti del “ministero degli Esteri” – come premesso – sono stati sospesi.
Il cardinale sardo – vale la pena specificarlo – è stato in qualche modo accusato di peculato per presunti bonifici che non riguardano il palazzo di lusso a Londra.
Il problema essenziale di questo caso, invece, dovrebbe riguardare delle quote azionarie.
Molte ricostruzioni di questi mesi vertono infatti su come il Vaticano fosse in difficoltà per via del mancato possesso totale della proprietà dell’immobile.
Ma, come anticipato, tutta la storia è ancora posta sotto le lenti d’ingrandimento degli organi deputati ad indagare, quindi non è semplice provare a fotografare con esattezza quanto dibattuto:
“Siamo di fronte alla possibilità che da qui all’inizio del prossimo anno sia tutto centralizzato e questo significa che perdiamo noi il controllo come Segreteria… questo non va bene nei tuoi confronti…”, esclama Tirabassi ad un certo punto della conversazione.
La risposta di Torzi è stata a sua volta intercettata: “Io pensavo di gestire 3-4 anni.
Dammi 10 milioni e me ne vado; dammi 8 milioni, che cazzo ti devo dire… Sì, comunque me ne vado… Se mi dai 2 milioni ti dico “mi hai ca… in mano” perché ne ho dati tre e mezzo solo a… . C’è il bonifico! Ti faccio vedere”.
Il broker molisano, insomma, sarebbe stato disponibile a tirarsi fuori dalla partita, in cambio però di una richiesta che i contenuti dell’incontro al Bulgari di Milano chiarirebbero.
Vedremo se e quali altri dettagli emergeranno nel corso delle prossime fasi.