I reati contestati agli indagati a vario titolo sono falso materiale, falso in atto pubblico, truffa aggravata, abuso d’ufficio, corruzione, soppressione di atti veri e falsificazione delle dichiarazioni sostitutive.
Secondo l’accusa, infatti, nel cimitero di Monreale vi era un vero e proprio mercato nero di loculi.
Coinvolti nell’inquietante vicenda, oltre ai custodi del cimitero monumentale di Monreale, anche funzionari comunali e titolari di imprese funebri e addirittura medici necroscopi dell’Asp.
Che avrebbero falsificato le procedure e i documenti necessari per liberare i posti e aggirare i vincoli imposti dal Comune per accedere alle sepolture.
Per la Procura l’accordo tra i vari soggetti coinvolti aveva praticamente raddoppiato i loculi venduti poi ad un prezzo che andava dai 3.500 ai 10.000 euro.
Complessivamente sono circa 200 i loculi finiti nel mirino della procura.
In molti casi durante ristrutturazioni erano state raddoppiati illecitamente i posti disponibili ma in alcuni casi si è scoperto che nelle tombe c’erano estranei rispetto agli assegnatari.