La causa? L’eccessivo disagio mostrato da Eleonora nei rapporti con lo studente di Casarano.
Che aveva pianificato tutto, anche la strada da percorrere per evitare le telecamere pubbliche, ma non aveva fatto i conti con quelle private e con un supertestimone, un cittadino albanese che la sera del 21 settembre ha visto Antonio uscire dalla palazzina di via Montello con una lama di almeno 20 centimetri.
Una scena, quella del delitto, a cui ancora non riescono a credere a Casarano.
Soprattutto perché la famiglia di Antonio — i genitori Salvatore e Rosa e una sorella che vive fuori — è stimata nel paese:
il padre ha un laboratorio di falegnameria ed è conosciuto come persona disponibilissima e per bene, come ripetono i vicini di casa di una palazzina in cui l’appartamento della famiglia De Marco da ieri sera è impenetrabile.
Pervasa dalla disperazione in cui si è ritrovata dopo la vendetta — confessata nella notte — di Antonio.
La festa il giorno dei funerali
Nei giorni successivi all’omicidio il 21enne ha continuato a comportarsi come se nulla fosse successo, forse anche tranquillizzato dalle indagini che si indirizzavano su un conoscente di nome Andrea.
Sabato scorso, il giorno dei funerali della giovane coppia, Antonio ha partecipato a una festa di una collega tirocinante di infermieristica.
Con quegli stessi colleghi che lo descrivono molto solitario ma sereno. Status che ha mantenuto anche durante la confessione, quando ha ammesso di aver ucciso Daniele ed Eleonora «perché erano felici».
Serenità che ha perso solo quando, subito dopo, avrebbe ammesso di aver fatto una cosa assurda: «Sì, lo so che ho sbagliato».
La conferenza stampa dei carabinieri: «Era invidioso dei due fidanzati»
Secondo quanto dichiarato dai carabinieri in conferenza stampa, De Marco era invidioso dei due fidanzati.
Il movente non sarebbe «passionale, ma legato alla coabitazione».
Il ragazzo, che in passato non aveva dato alcun segno di squilibrio ed è stato immortalato da una telecamera ad alta definizione, è stato arrestato mentre usciva dall’ospedale ed è apparso da subito rassegnato:
«Da quanto mi stavate pedinando?» ha chiesto agli agenti senza mostrare alcuna «agitazione».
In base alla ricostruzione dei carabinieri, «qualcosa gli ha dato fastidio e ha covato per 10-15 giorni, poi è esplosa la violenza».
Inoltre: le cose non sono andate come immaginava perché la coppia ha reagito.
De Marco aveva le chiavi di casa e ha sferrato il primo colpo in cucina.
La coppia è morta in pochi minuti, dopo il tentativo di Daniele De Santis di chiedere aiuto con il telefono.
L’arma: un coltello da caccia acquistato pochi giorni prima il duplice omicidio, e non da sub, come era emerso inizialmente.