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Marco Barbieri, definisce “drammatica” la situazione.9000 Attività a rischio

Indetto dall’associazione Roma Produttiva, che riunisce le associazioni di strada, si sono appena uniti quelli dell’Associazione San Pietro (fondata venti anni fa, oggi conta 70 esercizi dislocati tra via della Conciliazione, piazza San Pietro, Borgo Pio e Porta Angelica).

Confcommercio dal canto suo non aderisce allo sciopero del 18 maggio indetto da Roma produttiva, ma le preoccupazioni non mancano:

“I costi di riapertura saranno superiori a quelli affrontati in questi due mesi di chiusura – afferma il presidente David Sermoneta.

Sono parecchi quelli che, in crisi di liquidità, il 18 maggio decideranno di non riaprire, per aspettare l’erogazione degli aiuti.

Ma ci fa più paura il fatto che, tra quelli che riscenderanno in campo, molti saranno in fretta costretti a fallire.

Perché tirare su le serrande non significa certo tornare agli incassi medi pre-Covid, abbiamo bisogno di essere accompagnati fino al ritorno alla normalità”.

Sul fronte della norme relative all’igienizzazione si ritiene però soddisfatto:

“Ci siamo battuti contro chi ventilava la necessità di igienizzare i capi di abbigliamento ogni volta che venivano provati – spiega – e invece secondo le indicazioni di Confcommercio nazionale basterà procedere due volte al giorno a quella dei locali”.

I dipendenti, spiega, indosseranno la mascherina, così come i clienti che non saranno però obbligati a mettere i guanti (“devono poter toccare i tessuti della merce che comprano”) ma dovranno detergersi le mani attraverso i dispenser posizionati all’ingresso dei locali.

“E i camerini di prova verrano igienizzati all’uscita di ogni cliente”.

Sempre sul fronte commercio da notare l’annuncio del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che toglierà le tasse a bar e ristoranti che occuperanno i marciapiedi con i propri tavoli.

“La buona notizia, comunicata ieri dal ministro Franceschini – ricorda Sala – è che bar e ristoranti potranno chiedere di usare spazio all’aperto”, antistanti ai locali “senza vincoli della sovrintendenza.

L’unico vincolo rimane la sicurezza”.

Ma cosa importante: “Non faremo pagare nessuna tassa – assicura – quindi cominciate a pensare, baristi e ristoratori, a che spazi potete avere bisogno all’aperto.

Inoltre, “i comuni attraverso l’Anci, stanno chiedendo un contributo al governo per poter esentare bar e ristoranti dal pagamento della tassa dei rifiuti o di occupazione suolo, per il periodo in cui sono tati chiusi, speriamo di poter avere notizie a breve”.

Fonte AGI

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