-“I medici mi chiedevano ogni volta se me la sentivo di affrontare un nuovo ciclo di chemio, ed io rispondevo di sì.
Se la tua vita è sempre stata superare un’asticella posizionata a due metri e venti da terra, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire e amplificare anche il minimo fastidio.
Il lavoro che il saltatore fa su sè stesso consiste nell’annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo, in modo tale da sottrarre un po’ di energia alla negatività.
Non ho mai mollato, ho superato di volta in volta tutti gli incubi che subentravano poco prima di entrare nelle varie sale terapie”.
Insomma, Alessandro era un ragazzo benvoluto da tutti, e la sua scomparsa non può che rattristare il mondo dello sport italiano.
(di Gabriele G.)