Ha affermato: “Ci dispiace constatare che l’opinione pubblica sia stata influenzata da una scorretta informazione normativa, che mette in dubbio la professionalità e l’impegno che dedichiamo al nostro lavoro. Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) consente a chi è in possesso di una patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di veicolo senza restrizioni. Abbiamo quindi effettuato i controlli necessari per garantire che questa condizione fosse rispettata anche in questa circostanza”.
Morabito non solo ha difeso la sua attività, ma ha anche criticato coloro che lo hanno attaccato sui social media. Ha affermato: “Non siamo in alcun modo coinvolti o, ancor peggio, complici di quanto accaduto, poiché il nostro ruolo si limita a offrire un servizio di noleggio. È compito dei genitori educare i propri figli. Certamente, il nostro problema è passato in secondo piano, come è giusto che sia, ma ricevere continue minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli è qualcosa di assolutamente intollerabile”.
Le parole di Morabito su Instagram sono state accolte con diverse reazioni da parte del pubblico. Molti utenti hanno espresso solidarietà alla famiglia del bambino deceduto e hanno chiesto una maggiore responsabilizzazione da parte delle società di noleggio di auto di lusso. Altri hanno sostenuto la posizione di Morabito, sottolineando che la responsabilità principale ricade sui genitori e che le aziende di noleggio dovrebbero essere libere di offrire i loro servizi a chiunque sia legalmente idoneo a guidare.
La vicenda continua a suscitare dibattiti e controversie sul ruolo delle società di noleggio di auto di lusso e sulla necessità di una maggiore regolamentazione. Molti si chiedono se debbano essere introdotte nuove misure per impedire a giovani inesperti di noleggiare vetture potenzialmente pericolose. Nel frattempo, la società Skylimit e il suo amministratore Gabriele Morabito cercano di far fronte alle critiche e di difendere la loro posizione, affermando di aver rispettato tutte le norme vigenti e che la responsabilità finale ricade sul conducente e sui genitori dei giovani coinvolti.