Si avvicina a grandi passi l’appuntamento con la prima rata dell’Imu mentre molti comuni hanno già preso le decisioni sulla Tari.
Sospendere il pagamento dei tributi locali sugli immobili di Imu e Tari e rimandarlo al prossimo 31 luglio o addirittura fino a novembre a causa dell’emergenza coronavirus che sta ancora tenendo in allarme il nostro Paese.
La questione è stata al centro delle discussioni fino a pochi giorni fa ovvero fino al momento dell’approvazione del decreto Rilancio, peraltro non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Al pari della Tari, l’imposta sui rifiuti, tocca in realtà ai singoli Comuni decidere o meno se far slittare il pagamento delle imposte sugli immobili sulla base risorse disponibili per coperture.
La possibilità di sospendere pagamenti di Imu e Tari 2020 ha comunque tenuto impegnato il governo che ha atteso fino all’ultimo giorno prima di prendere la decisione finale.
Nessuna novità per i cittadini sul versante Imu. Il decreto Rilancio non ha rinviato l’appuntamento con il pagamento della prima rata fissata per il 16 giugno.
In realtà, i soli a poter fruire di questa possibilità sono i proprietari di immobili con finalità turistiche.
Si tratta di stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, oltre agli stabilimenti termali e a quelli appartenenti alla categoria catastale D2.
Stessa cosa per agriturismi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, colonie marine e montane, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, bed & breakfast, residence e campeggi.
Il requisito richiesto è la coincidenza tra proprietà e gestore delle attività. Le due figure devono essere racchiuse in una sola persona. In buona sostanza si tratta delle strutture a gestione familiare.