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Il governo boccia le richieste delle regioni: “Restrizioni fino al 15 gennaio”

La linea del governo sarebbe quella del rigore e della prudenza per evitare che le vacanze di Natale possano produrre gli stessi effetti di quelle estive.

Tra le ipotesi vi sono infatti la chiusura di hotel e resort di montagna dal 20 dicembre al 10 gennaio, la serrata degli impianti sciistici e il divieto di spostamento tra regioni se non per comprovate esigenze.

Alcuni dei Presidenti di regione proporranno un allentamento delle misure per ridurre i disagi economici. Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Bolzano e Trento vorrebbero infatti aprire gli impianti di risalita delle piste da sci per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case.

Ma il governo non sembra intenzionato ad accogliere la loro proposta.

Dato che in sede europea difficilmente si raggiungerà un accordo sulle vacanze sulla neve (in Austria e Svizzera rimarranno aperti gli impianti), l’esecutivo dovrebbe anche inserire nel decreto la quarantena obbligatoria di dieci giorni per chiunque si rechi all’estero dopo il 20 dicembre. Tra le altre misure quasi certe vi sono poi il coprifuoco alle 22 per la notte di Natale (con messa anticipata)e di Capodanno e il divieto di spostarsi tra una regione e l’altra.

L’esito dell’incontro tra Stato e Regioni verrà reso noto mercoledì 2 dicembre nell’informativa del ministro Speranza alle Camere. Il giorno dopo dovrebbe avvenire il varo del decreto da parte del Premier Conte.