Nella corsia del suo ospedale è stato uno dei primi ad ammalarsi, nel pieno dell’emergenza.
E adesso che è tornato in servizio, guarito, lo ha fatto con un nuovo incarico: primario di Chirurgia.
Lui è Pierpaolo Mariani, 49enne medico dell’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, uno dei luoghi simbolo della pandemia di coronavirus in Lombardia e in Italia.
Qui Mariani lavora dal 2018, dopo anni trascorsi all’ospedale di Seriate.
Era primario facente funzione di Chirurgia generale, ora la nomina definitiva.
Tra febbraio e marzo la scoperta del tampone positivo, per fortuna senza gravi conseguenze:
dopo un periodo di isolamento domiciliare la conferma della negatività e il rientro in reparto.
“Non ho avuto grossi problemi e per fortuna nemmeno mia moglie che si è ammalata anche lei.
Isolati in casa, i figli ci portavano pranzo e cena e medicine sulla soglia della porta.
Com’è capitato a centinaia, migliaia di persone.
Quel che mi preoccupava veramente era il mio ospedale, i miei collaboratori, i malati.
Al secondo tampone negativo mi sono precipitato ad Alzano”, aveva raccontato ad aprile all’Eco di Bergamo.
Aggiungendo: “Neanche per un minuto qualcuno ha pensato di mollare.
La verità è che non c’era nemmeno il tempo per pensare, la gente ci moriva nelle mani e ogni morte è stata uno strazio.
Non saremo mai più gli stessi, queste sono ferite che non si rimarginano”.
A complimentarsi con lui anche il governatore lombardo Attilio Fontana:
“Spesso si cercano storie per descrivere lo spirito lombardo, quello che ti permette di rialzarti dopo una difficoltà e migliorare ancora di più.
– si legge sulla pagina Facebook di Fontana –, la storia del dottor Mariani credo che descriva pienamente la tenacia della nostra regione.
Buon lavoro dottore”.