Finora, invece, molti Paesi europei hanno guardato soltanto ai propri vantaggi.
La Germania ha “un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell’Ue” e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da “freno per l’Europa”.
E la crescente sfiducia degli italiani nell’Ue, secondo il premier, “nasce dal fatto che ci sentiamo abbandonati proprio dai Paesi che traggono vantaggi da questa Unione”.
Ad esempio “l’Olanda, che con il suo dumping fiscale attrae migliaia di multinazionali, che trasferiscono lì la propria sede.
Ed ottengono un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell’Unione:
9 miliardi di euro ogni anno, come riporta un’analisi di Tax Justice Network”
Per Conte, “i nazionalismi danneggiano l’Europa più o meno con la stessa forza del finto europeismo.
Quello che serve è un europeismo critico, ma costruttivo”.
E ora “viviamo un momento storico che ha bisogno di un salto di qualità politico.
Io la vedo proprio come Emmanuel Macron: noi siamo entrambi convinti che in gioco ci sia il progetto politico europeo.
Non sto parlando soltanto delle prossime elezioni, ma dell’idea dell’Europa”