Vito Schifani, a sinistra nella foto, 27 anni, guidava la Croma che apriva la scorta di Giovanni Falcone.
Sua moglie aveva 22 anni e il figlio solo 4 mesi.
L’assistente Antonio Montinaro, al centro, 30 anni, era il caposcorta, sedeva al posto del passeggero.
Era sposato con Tina e aveva due figli.
Rocco Dicillo, 30 anni anche lui, a destra nella foto, era il gregario, e stava sul sedile posteriore. Era fidanzato con Alba.
Il 23 Maggio 1992 la loro auto salta in aria per prima, investita in pieno dall’esplosione di Capaci e vola a 100 metri di distanza.
I tre poliziotti muoiono sul colpo, dilaniati.
La seconda Croma è quella su cui viaggia Giovanni Falcone, che si è messo alla guida, come spesso gli piace fare, al suo fianco la moglie Francesca Morvillo.
Dietro l’autista giudiziario Giuseppe Costanza, unico a bordo delle due Croma che, pur ferito, sopravviverà all’impatto.
La macchina di Falcone si schianta contro il muro di cemento alzatosi dopo lo scoppio, il giudice e la moglie sbattono contro il parabrezza e riportano gravissime ferite, ma non muoiono subito.
A chiudere il corteo la terza e ultima Croma della scorta, con a bordo Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo che racconterà così quei momenti.
«Scendiamo con grande difficoltà dalla macchina, ci sono rottami e pezzi d’asfalto dappertutto.