Questo aumento può essere legato ai tamponi che arrivano dai test sierologici?
Sì, può esserci questo fattore. Le faccio un esempio:
in una famiglia di miei pazienti composta da 4 persone, in 3 hanno sviluppato sintomi all’inizio di marzo.
Non sono riuscita a fargli ottenere il tampone date le lungaggini e hanno dovuto farlo privatamente.
Abbiamo scoperto che la persona asintomatica è tuttora positiva, quindi da 3 mesi.
Potrebbe essere che molte persone asintomatiche con la fine del lockdown stiano diffondendo il virus.
Che è molto strano: in alcune persone si negativizza molto presto; in altre ci impiega anche qualche mese.
Da poche settimane i medici di base possono richiedere i tamponi. Anche questo è un fattore che può influire sui dati.
Sì, soprattutto perché ora i tempi di attesa sono più brevi.
Possiamo richiedere più tamponi, possiamo ricorrere al privato e quindi abbiamo più dati.
Quindi l’ipotesi che l’aumento dei casi positivi al COVID di questi giorni sia la famosa seconda ondata è fondata oppure no?
Si stima che la seconda ondata arrivi a ottobre.
È certo che ci metterà in grande difficoltà perché in quel momento arriveranno anche tutte le altre influenze e sarà molto difficile riuscire a diagnosticare e a capire quali di queste febbri sono da ricondursi al COVID e quali no.
Per questo stiamo chiedendo di anticipare la campagna di vaccinazioni antinfluenzali ad ottobre.
Speriamo che l’età della campagna vaccinale venga abbassata dai 60 anni in su, e che venga allargata anche la vaccinazione antipneumococcica.
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