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Zangrillo furioso contro il Governo: “Basta non siamo imbecilli”!

Zangrillo, «niente scuola e aereo? Non siamo né morti, né imbecilli»: e sbotta contro governo e task force

«Gli italiani sopra i 60 anni dovranno vaccinarsi contro l’influenza.

Però dire adesso che forse non faremo tornare i bambini a scuola e che non dobbiamo prendere gli aerei, equivale a dire che siamo morti.

E anche e un popoli di imbecilli». Il professor Alberto Zangrillo, ospite a L’Aria che tira su La7, non ci sta.

E esplode in tutto il suo fulgore contro pessimisti e catastrofisti.

Il Paese è paralizzato e continua ad essere terrorizzato dai messaggi, neanche troppo trasversali, che governo e task force continuano a mandare con divieti e prescrizioni allarmanti.

Quindi aggiunge il medico di Berlusconi: «Non c’è una guerra tra guelfi e ghibellini.

Noi osserviamo delle cose che sono fortunatamente molto positive, ma qualcuno purtroppo appare irritato», insiste in tv il primario del San Raffaele di Milano.

E implicitamente torna a difendere le affermazioni fatte ieri da 10 clinici, lui compreso, sul virus diventato meno pericoloso.

Zangrillo contro i pessimisti del governo

«Qualcuno purtroppo – attacca Zangrillo – non conosce il significato di scienza.

Così, quando ieri dieci colleghi provenienti da dieci differenti discipline hanno detto quello che osservano quotidianamente si è sollevato un putiferio e qualcuno ha detto che siamo stati superficiali, neofiti e abbiamo promulgato un documento demenziale».

Ma, ha proseguito Zangrillo, «tutto parte da uno studio condotto dal gruppo del professor Clementi, direttore della virologia del San Raffaele.

Che aveva visto che 100 tamponi eseguiti a maggio producevano una carica virale molto più bassa rispetto agli stessi tamponi su pazienti di un gruppo omogeneo fatti un mese e mezzo prima.

Allora noi abbiamo molto attentamente osservato se ci fosse una correlazione con la clinica».

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L’affondo contro provvedimenti ancora troppo restrittivi

E se smonta le polemiche asserendo che «nessuno ha detto di togliere le mascherine e di assembrarsi in piazza», è pur vero, rilancia Zangrillo che «contestiamo l’insistere su restrizioni molto rigide».

«Dire adesso “forse” non faremo tornare i bambini a scuola, non dobbiamo prendere gli aerei, dobbiamo rimanere a casa», equivale a dire che dobbiamo morire, chiuderci in casa in attesa che arrivi questa seconda terribile ondata, e cercare di morire il meno possibile: non è così!

Piantiamola – ha concluso il professore – siamo tutti dalla stessa parte. Stiamo facendo scienza.

Le evidenze ci dicono che domani è bello. Anche dal punto di vista dell’epidemia».

E sulla possibilità di una seconda ondata…

Così, tanto per sfatare falsi miti e riportare ordine e calma tra la gente, almeno sul fronte medico, torna a dire la sua contro i catastrofisti.

E, soprattutto, contro un pessimismo galoppante che rischia di intimorirci e di ostacolare un definitivo ritorno alla normalità.

Dunque, a suffragio della sua visione decisamente più rassicurante, il primario e direttore della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano.

Fa il punto sul coronavirus in diretta tv, spiegando anche la sua posizione su una possibile seconda ondata del Covid: «Non so se ci sarà.

Ma se dovesse arrivare abbiamo detto chiaramente che, dal momento che tutti i grandi ospedali hanno lavorato nel mondo, ora sappiamo come affrontare il virus».

Soprattutto dal punto di vista della reazione della gente all’epidemia.

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