Accanto a lui, Matteo Salvini insiste sull’importanza degli investimenti: “Abbiamo 22 miliardi di euro di lavori pubblici in corso. Nessun altro ministro ha mai investito così tanto in questa regione. Stiamo realizzando in pochi anni ciò che la sinistra non ha fatto in cinquant’anni.”
Salvini non si trattiene dall’esprimere la sua polemica, mantenendo però un tono da comizio: “Noi parliamo di sanità, istruzione e occupazione. Gli altri si limitano a insultare e criticare. Fate arrivare il nostro applauso fino a Schlein!”
Tajani e l’unità del centrodestra
La serata si conclude con l’intervento di Antonio Tajani, che utilizza una metafora calcistica per descrivere l’unità della coalizione: “Il centrodestra è una squadra che gioca insieme, con ruoli differenti ma con un obiettivo comune: fare crescere il Paese.” Questa linea è condivisa anche da Meloni, che ribadisce come il governo sia unito non per convenienza ma per una visione condivisa del futuro.
La piazza di Lamezia esplode in applausi, i cori si intensificano e l’energia è palpabile. Il messaggio è inequivocabile: dopo la vittoria nelle Marche, il centrodestra intende chiudere il cerchio e dimostrare che la spinta del governo nazionale può tradursi in consenso anche nelle sfide regionali più complesse.
In Calabria, così come nel resto d’Italia, la competizione è solo all’inizio. Ascoltando gli interventi dal palco, emerge chiaramente che per il centrodestra questo appuntamento elettorale rappresenta molto più di un semplice voto regionale; si tratta di un test cruciale per misurare la forza del governo e la solidità della sua alleanza.