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Viviana Parisi: misteri , ipotesi e interrogativi

«C’era una donna che scavalcava il guardrail tenendo in braccio un bambino, aveva un atteggiamento protettivo nei suoi confronti», dirà il testimone qualche giorno fa dopo i ripetuti appelli del procuratore a farsi vivo.

Dove andava Viviana con Gioele, un piccolo «colosso» di 4 anni?

Perché lo portava in braccio?

Le crisi mistiche

E qui possono essere d’aiuto i familiari.

Daniele, il marito, ha fatto capire che un problema c’era: «Viviana ha vissuto momenti di depressione e si era affidata molto alla religione.

Leggeva la Bibbia anche ad alta voce».

Più chiaro è stato suo cugino, l’avvocato Claudio Mondello:

«Era stata ricoverata due volte per problemi mentali, temeva che i Servizi sociali le portassero via il bambino, al quale era attaccata morbosamente.

Soffriva di paranoie e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi religiosa».

Loro pensano che la meta di Viviana, quel giorno, fosse la Piramide della Luce, un’opera architettonica alla quale è legata una certa mistica.

Per i familiari, l’incidente può averla confusa, spaventata, sconvolta.

Cinque giorni dopo la scomparsa, l’8 agosto, sotto un traliccio dell’alta tensione, viene ritrovato il corpo della donna.

«Ci sono varie fratture compatibili con una caduta dall’alto e forse un paio di morsi di animale», dicono gli esperti.

Ora c’è forse anche Gioele, trovato a metà strada fra la galleria e il traliccio.

Le ipotesi

Ma la soluzione del giallo è lontana.

Cosa può essere successo? Viviana ha ucciso suo figlio e si è suicidata?

O è forse scivolata, caduta e il bambino è stato aggredito da qualcuno, da qualche animale?

È stata aggredita lei? Gioele è caduto e lei disperata ha deciso di farla finita?

E poi un dubbio: stava bene il bambino dopo l’incidente? L’investigatore azzarda un’ipotesi:

«Forse quello che Viviana voleva fare alla Piramide l’ha fatto nel bosco dopo l’incidente».

L’ora della morte è importante. «Non si riuscirà a stabilire con esattezza, solo un periodo temporale», spiega Stefano Vanin, l’entomologo che ha partecipato all’autopsia.

E se i periodi di Viviana e Gioele si accavallano, è possibile che non sapremo mai cosa sia davvero successo in quel bosco.

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