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Vaiolo delle scimmie: la notizia è arrivata poco fa

Le prime categorie alto rischio a cui verrà offerta inizialmente la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione, sono individuate tra personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus, persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) e che rientrano in alcuni criteri di rischio relativamente alla frequenza e alla modalità dei rapporti sessuali.

“Si ritiene importante il coinvolgimento delle associazioni LGBTQIA+ e quelle per la lotta all’HIV, in particolare per favorire una corretta informazione sulla campagna vaccinale”, precisa il documento. Il vaccino individuato è conosciuto in Europa con il nome commerciale Imvanex. Negli Stati Uniti, il prodotto viene venduto con il nome di Jynneos e tra i due sieri, specifica il testo, esistono piccole differenze in termini di processo di produzione che non influiscono sulla qualità finale del vaccino. La somministrazione è indicata a partire dai 18 anni di età.

A chi saranno distribuite le prime dosi

Una seconda circolare ha stabilito l’assegnazione delle prime quote del vaccino in seguito all’arrivo della prima tranche da parte della Commissione Europea. “Si è stabilito di suddividere le dosi di vaccino attualmente disponibili tra le Regioni con il più altro numero di casi segnalati ad oggi e ripartite come segue: Lombardia 2000; Lazio 1200; Emilia-Romagna 600; Veneto 400”. La prima tranche conta 5.300 dosi. Ne arriveranno altre per un totale di 16 mila. La circolare stabilisce anche che “in attesa della successiva tranche di donazione (attualmente prevista per la seconda metà di agosto) sarà messa da subito a disposizione, per le regioni e PA che ne facciano richiesta, una quota di dosi (multipli di 20 fino a 60 dosi)”.

Nel Lazio, le vaccinazioni inizieranno lunedì 8 agosto presso l’Istituto Spallanzani.

Tuttavia un’indicazione importante arriva dal sottosegretario della Salute Pierpaolo Sileri per quel che riguarda i comportamenti antidiscriminatori nei confronti delle comunità principalmente colpite dallo sviluppo dell’infezione. “L’infezione da monkeypox non è collegata all’orientamento sessuale – ha dichiarato all’Ansa- ma la sua trasmissione richiede un contatto fisico importante quale è appunto il contatto sessuale”. L’infezione è partita dalla comunità gay maschile, ha concluso, “ma non dobbiamo commettere l’errore, fatto negli anni Ottanta ai tempi dell’AIDS, di credere che la malattia riguardi solo quella comunità”. Fonte