Alla guida della Diyanet, controllata dal governo, il “sultano” turco ha messo Ali Erbas, considerato più ferreo nel rispetto delle tradizioni islamiche rispetto ai suoi predecessori.
Non è un caso, dunque, se le stime ufficiali parlano di un 15% di spose con meno di 18 anni (le ong parlano del 33%) nonostante la legge turca vieti il matrimonio sotto i 17 anni.
In numeri assoluti, secondo stime del 2015, significano qualcosa come 181mila spose sotto i 16 anni in tre anni.
Il fenomeno sarebbe in rapido aumento.
La decisione del Diyanet è solo l’ultimo tassello del puzzle:
nei mesi scorsi una legge ha equiparato il matrimonio religioso a quello civile, rendendolo dunque ufficiale e non più simbolico.
Inoltre, spesso le spose bambine sono vittime di una sorta di tratta, vendute dalle loro famiglie:
i rifugiati siriani e iracheni spesso usano la leva delle nozze per legarsi ad una famiglia turca e garantirsi un po’ di pace nel Paese di Erdogan.
Dove sta tornando sempre più forte la legge di Maometto.