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Tasse, ecco cosa va pagato dal 20 luglio.

Il D-day è fissato per il 20 luglio.

Niente nuovi rinvii, lunedì super-maratona per le scadenze fiscali con gli appuntamenti già stabiliti che si sono accavallati a quelli rinviati a causa dell’emergenza dettata dal Coronavirus.

Da metà alla fine del mese sono 246 secondo i commercialisti che dopo le richieste dei giorni scorsi, ora sono tornati alla carica chiedendo una riapertura dei termini per dichiarazione dei redditi ed Irap fino al 20 settembre e minacciando uno sciopero.

ECCO LA SITUAZIONE

Un ulteriore rinvio, secondo le stime dell’amministrazione centrale, farebbe mancare ancora alle casse dello Stato, già provate dall’emergenza, un flusso stimato intorno a 8,4 miliardi.

Per gli acconti e i saldi rinviati all’appello lunedì saranno chiamati 4,5 milioni di contribuenti, in prevalenza partite Iva.

Per i contribuenti altre due date calde saranno poi il 30 ed il 31 luglio.

Ad appoggiare la protesta dei commercialisti c’è Forza Italia che invita alla disobbedienza fiscale per la giornata del 20 luglio:

«Di fronte a un governo miope e insensibile alle difficoltà oggettive di chi deve fare tutti i giorni i conti con una crisi tremenda causata dalla pandemia da Covid-19 l’unica alternativa è la disobbedienza fiscale».

Dice Sestino Giacomoni con Mariastella Gelmini che chiede una proroga fino al 2021.

C’è quindi la posizione del sindacato : «Giusta la moratoria, ma ora che si è ripartiti è bene che si torni alla normalità.

Certo le scadenze sono molte ma ci auguriamo che con la riforma fiscale ci sia una semplificazione ed una diversificazione degli appuntamenti».

Dice all’ANSA il segretario confederale della Uil Domenico Proietti che ribadisce la richiesta al governo di aprire presto il confronto sulla riforma fiscale.

LE SCADENZE

Lunedì 20, si parte dunque con l’appuntamento più consistente, vale a dire con il pagamento del saldo 2019 e acconto 2020 delle imposte sui redditi.

Pagamento anche per le partite Iva soggetti Isa ed il saldo 2019 dei versamenti Iva.