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Strage di Tivoli, di chi è la colpa: chi finisce sotto accusa 

 

La città di Tivoli, già segnata da un incendio lo scorso luglio che ha danneggiato l’ASL locale, si trova ora priva di un pronto soccorso, sostituito temporaneamente da una palestra che ospita i pazienti sfollati. Il sindaco Proietti ha assicurato che sarà un punto di primo intervento, mentre la scientifica sta lavorando incessantemente per comprendere le dinamiche dell’incendio.

 

Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, ha risposto alle preoccupazioni sollevate sul funzionamento del sistema antincendio, dichiarando che la scientifica sta indagando. Alcuni sindacalisti hanno aggiunto che, nell’ultimo periodo, le squadre di guardia antincendio non erano più regolarmente presenti.

 

L’attenzione si concentra ora su ciò che potrebbe non aver funzionato nel sistema di sicurezza e prevenzione. Le porte bloccate e i dispositivi automatici di contenimento del fuoco sono sotto esame, con il sospetto che abbiano potuto non funzionare correttamente.

 

Le fiamme, originarie dall’esterno della struttura, si sono alimentate inizialmente dai rifiuti accumulati, per poi diffondersi all’interno fino al pronto soccorso. Il fumo ha invaso l’intero nosocomio, raggiungendo anche i piani superiori.

 

Il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, ha fornito dettagli sull’indagine, affermando di avere acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza. Al momento, esclude il dolo, specificando che nessuno è morto direttamente tra le fiamme.

 

La strage di Tivoli ha scosso la comunità locale e sollevato domande fondamentali sulla sicurezza degli ospedali. Le indagini in corso gettano luce su una possibile serie di fallimenti, dal sistema antincendio alle procedure di evacuazione. Mentre la città cerca di riprendersi da questa terribile tragedia, resta cruciale ottenere risposte chiare per garantire che simili eventi non accadano in futuro.