Strage di Tivoli, di chi è la colpa: chi finisce sotto accusa
Dopo il tragico incendio che ha sconvolto l’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, il silenzio avvolge ora i corridoi vuoti dell’istituto.
L’evento, verificatosi venerdì sera, ha causato la morte di tre pazienti e ha inflitto danni devastanti alla struttura ospedaliera. Mentre il fumo si è dissolto, lasciando dietro di sé un’aria pesante, le indagini sulle cause dell’incendio sono appena iniziate.
Tivoli, nel mirino delle accuse, vede il sistema antincendio sotto attenta analisi, con l’ulteriore contestazione di un ritardo nell’attivazione dell’allarme e nella risposta dei soccorsi, intervenuti dopo lunghi 45 minuti. Il coinvolgimento dei rifiuti abbandonati accentua la complessità del caso.
Le autorità hanno aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo e rogo colposo. L’incendio, che ha avuto inizio la sera dell’8 dicembre, sembra essere stato scatenato da un accumulo di rifiuti all’esterno della struttura.
La tragedia ha colpito tre anziani pazienti, trasportati in ambulanza già senza vita, utilizzando mezzi che facevano la spola tra la palestra comunale vicina e altre strutture sanitarie. L’evacuazione ha coinvolto quasi duecento persone, costrette a lasciare i propri posti letto tra il freddo della notte dell’Immacolata, circondate dal fuoco e dal fumo nero.
La Procura ha reagito prontamente, avviando un’inchiesta e ordinando il sequestro di alcune aree dell’ospedale, rendendolo di fatto inagibile. Il Ministro della Salute, Schillaci, ha descritto l’incidente come una “terribile tragedia”, e dopo un sopralluogo sul luogo, ha espresso fiducia nell’operato degli inquirenti. Il cordoglio e la vicinanza alle vittime sono giunti anche dal Premier Meloni.