Secondo le stime degli operatori autostradali, circa tremila veicoli, tra cui 1800 veicoli pesanti, dovranno attraversare il traforo del Frejus e successivamente la tangenziale a causa della chiusura del Monte Bianco. Il piano d’emergenza sviluppato dal prefetto Donato Cafagna durante la riunione di ieri si basa sull’analisi dei cantieri attualmente in corso, che includono anche quelli sulla statale 24.
Le misure per attenuare i disagi inevitabili per gli automobilisti comprendono la riduzione al minimo delle attività di cantiere in corso, il ritardo dell’avvio di nuovi cantieri all’anno successivo e la possibilità di sospendere i cantieri nel tratto di avvicinamento all’A32 in caso di traffico particolarmente congestionato sulla tangenziale.
Inoltre, il piano prevede un rafforzamento delle operazioni di comunicazione, l’implementazione di un servizio specialistico di pronto intervento, soccorso e recupero dei veicoli in caso di guasto nel tunnel del Frejus. Le forze dell’ordine e i vigili del fuoco saranno schierati in modo più consistente, e Sitaf installerà quattro centraline per il monitoraggio dell’aria su richiesta delle Unioni dei Comuni.
Tuttavia, rimane incerto se queste misure straordinarie per gestire l’emergenza riusciranno a contenere i danni economici provocati dalla chiusura del traforo del Monte Bianco. Pompilio ritiene che queste misure non saranno sufficienti. Secondo le stime di Confindustria Valle d’Aosta, la chiusura del Monte Bianco per tre mesi comporterà una diminuzione dello 0,3% del PIL della regione Nord-Ovest. Pompilio sottolinea l’importanza di interventi strutturali a lungo termine, affermando che “la chiusura prolungata del Monte Bianco per 18 anni provocherebbe un danno complessivo di undici miliardi all’economia del Nord-Ovest, secondo uno studio condotto da Confindustria valdostana”.
La chiusura programmata del traforo del Monte Bianco è un evento di notevole impatto che richiede soluzioni immediate e a lungo termine per affrontare le sfide che si presenteranno. Gli sforzi compiuti dalle autorità prevedono una serie di misure volte a mitigare i disagi del traffico durante la chiusura, ma resta da vedere se queste misure saranno sufficienti a prevenire gravi problemi economici a lungo termine nella regione. La questione del Monte Bianco rappresenta una sfida significativa per l’intera area Nord-Ovest e richiederà una risposta coordinata e strategica da parte delle autorità e delle parti interessate.