Le ipotesi di una probabile riapertura per l’inizio delle festività natalizie è motivata dai segnali di ottimismo trapelati nelle ultime ore da parte degli esperti governativi.
Nella giornata di sabato 15 novembre, il professor Franco Locatelli ha infatti affermato che: “C’è un’iniziale decelerazione della curva dei contagi, che però va confermata”, mentre il collega Ranieri Guerra ha aggiunto in un’intervista al Corriere della Sera:
“La curva sta rallentando e tra poco comincerà a scendere di nuovo ma si allungherà nel tempo, rispetto a quella della prima ondata in quanto abbiamo più casi, diffusi sull’intero territorio nazionale, diagnosticati anche molto meglio, grazie ad una attività di test in continua crescita”.
I timori di una terza ondata
Tra gli esperti c’è anche però chi non è convinto dell’opportunità di riaprire subito agli inizi di dicembre, temendo che un intervento del genere possa condurre a una recrudescenza dell’epidemia.
Intervistato da La Repubblica, Andrea Crisanti ha infatti spiegato: “Se si osserva la curva dei contagi e la dinamica dei decessi si capisce come siamo in una situazione sovrapponibile a quella di marzo.
E se consideriamo che con il lockdown totale di allora abbiamo dovuto attendere fine aprile per intravedere la famosa fine del tunnel, si può intuire a che punto ci troviamo.
E qui non stiamo nemmeno facendo un vero lockdown”.
Crisanti ha poi aggiunto: “Senza strumenti per contrastare la diffusione sul territorio, come si può pensare a un allentamento? A gennaio saremo di nuovo in questa situazione se non in una peggiore, nel pieno della terza ondata.
È cosi elementare: approfittare delle ferie per chiudere. Ma bisogna conciliare l’emergenza con le esigenze economiche, lo capisco.
Ma allora fate qualcosa: prolungate gli orari di apertura dei negozi, scaglionate gli ingressi, evitate in tutti i modi gli assembramenti, a casa e fuori”.