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Morta Michela Murgia.

La sua produzione letteraria non si è arrestata, con opere quali “Ave Mary. E la chiesa inventò la donna” nel 2011 e “L’incontro” nel 2012, pubblicata da diverse case editrici, tra cui Einaudi, Caracò Editore e Laterza. Seguono “Piciocas. Storia di ex bambine dell’Isola che c’è”, “L’aragosta” e il pamphlet scritto in collaborazione con Loredana Lipperini, “L’ho uccisa perché l’amavo: falso”.

Tra le altre creazioni di Murgia spiccano “Chirù” (2015), “Futuro Interiore” (2016), “L’inferno è na buona memoria” (2018), “Istruzioni per diventare fascisti” (2018) e “Noi siamo tempesta” (2019), quest’ultimo premio con il Premio Morante e il Premio Andersen. La sua versatilità artistica non si è limitata alla scrittura, poiché nel 2018 ha debuttato come attrice nel ruolo di Grazia Deledda nello spettacolo teatrale “Quasi Grazia”.

Tra le sue opere più recenti troviamo “Stai zitta”, “God save the queer. Catechismo femminista” e “Tre ciotole”, quest’ultimo libro che ha dedicato al suo personale dramma di sopravvivenza emotiva di fronte alla malattia che alla fine l’ ha portata via. In una toccante intervista al Corriere della Sera il 6 maggio di quest’anno, Murgia aveva condiviso apertamente la sua battaglia contro il cancro renale metastatico, rivelando di avere pochi mesi di vita rimanenti.

La sua eredità, sia come scrittrice straordinaria che come esempio di forza e resilienza, continuerà a ispirare ea lasciare un’impronta duratura nel mondo letterario e oltre. La sua capacità di affrontare la malattia con coraggio e di trasformare le sue esperienze in opere di straordinaria bellezza e profondità rimarranno una testimonianza indelebile della sua grandezza. Michela Murgia, attraverso le sue parole e la sua vita, ha dimostrato che anche di fronte alle sfide più difficili, è possibile trovare la forza per continuare a creare, ispirare e lasciare un segno indelebile nel cuore delle persone.