Michele Merlo, non ce l’ha fatta
Non ce l’ha fatta Michele Merlo, il cantautore 28enne lanciato da Amici 2017 con il nome d’arte di Mike Bird: è deceduto in seguito al ricovero per un’emorragia cerebrale causata da una leucemia fulminante.
Inutile l’operazione d’urgenza cui era stato sottoposto tra il 3 e il 4 giugno a Bologna.
Addio a Michele Merlo: non ce l’ha fatta, purtroppo, il cantante vicentino lanciato da Amici con il nome di Mike Bird.
Era stato ricoverato nella notte tra il 3 e il 4 giugno per un grave malessere, rivelatosi una leucemia fulminante che ha provocato una emorragia cerebrale e lo ha condotto in rianimazione presso l’Ospedale Maggiore di Bologna.
Il decesso è avvenuto nella tarda serata di domenica, dopo che la famiglia, attraverso una nota, aveva già definito gravissima la situazione e in continuo peggioramento, con pochissime speranze di ripresa.
Inutile l’operazione d’urgenza Mike Bird
Merlo era stato trasportato all’ospedale Maggiore di Bologna e lì sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza nella notte tra giovedì e venerdì, a seguito dell’emorragia cerebrale.
La malattia si sarebbe scatenata in modo del tutto improvviso.
Le prime indiscrezioni erano circolate sulle pagine dei fan e tra i commenti alla stessa pagina di Instagram di Michele, con la madre intervenuta su un gruppo privato a chiedere che si pregasse per il giovane.
La rabbia del padre: “Cacciato dal pronto soccorso”
La rabbia di Domenico Merlo, padre del cantante Michele Merlo che mercoledì sera era andato di sua spontanea volontà al pronto soccorso: “Lo hanno mandato a casa, dicevano che intasava il pronto soccorso per due placche alla gola”.
Il racconto: “Gli hanno dato degli antibiotici. La terapia è stata sbagliata”.
È andato al pronto soccorso di Vergato in piena autonomia. Lamentava dei sintomi che un medico accorto avrebbe colto.
Aveva una forte emicrania da giorni, dolori al collo e placche in gola, un segnale tipico della leucemia. Se l’avessero visitato avrebbero visto che aveva degli ematomi.
Non abbiamo un referto medico ma un braccialetto col codice a barre che io ho a casa.
E un audio che mio figlio ha mandato alla morosa: ‘Sono incazzato, mi hanno detto che intaso il pronto soccorso per due placche in gola’. Invece lui era stanco”.