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Lockdown nel fine settimana: le modifiche al Dpcm di Draghi

Lo scopo è riuscire a riprendere il contact tracing che sarà possibile solo se si raggiungeranno i 50 casi per 100mila in 7 giorni: questa infatti, hanno osservato gli esperti, è la soglia minima per un completo tracciamento.

Di pari passo, però, ha sottolineato il Cts, va estesa il più possibile la vaccinazione. “Immagino, ma è una mia supposizione fatta in analogia col periodo natalizio, che nel periodo di Pasqua ci potrebbe essere qualche stretta, per evitare di far spostare le persone durante le feste, facendo aumentare i contagi in un momento in cui la variante inglese si sta diffondendo molto velocemente.

I dati sono negativi in tutta Italia, si va sicuramente verso la ZONA arancione e qualche regione è già diventata rossa”, ha detto ieri a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il sindaco di Bari, presidente Anci ed esponente del Partito Democratico Antonio Decaro.

Sarà la cabina di regia del governo ora a riunirsi per valutare le misure da mettere in campo e portare all’attenzione delle Regioni per una condivisione.

All’interno della maggioranza ci sono posizioni articolate tra “aperturisti” e “rigoristi” ed il premier Mario Draghi ieri ha invitato a “non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide.

Questo non è il momento di dividerci”. E infatti ieri il leader della Lega Matteo Salvini ha cominciato a escludere ipotesi che però attualmente non sono sul tavolo: “Un lockdown nazionale sarebbe punitivo.

Non ho dati, ma sono favorevole a intervenire dove la situazione è a rischio, non dove non c’è aumento di contagi.

No a interventi in modo generico, ma in modo chirurgico”. Sulla stessa linea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s) che si dice “non favorevole a un lockdown generalizzato, ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario”.

Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è “contrario all’ipotesi di una chiusura generalizzata, che non gioverebbe né al contenimento della pandemia né a un Paese ridotto ormai allo stremo”.

Per il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, “il nostro impegno deve essere quello di passare rapidamente dalle restrizioni a tappeto alle vaccinazioni a tappeto”. Fonte today.it