Che l’avrebbero condotta fuori dal Kenya per portarla in Somalia, il Paese dove la presenza degli islamisti è più radicata e nel quale la cooperante Ong avrebbe trascorso la maggior parte della sua prigionia.
A due distanze di settimane dal suo rapimento sono poi emersi altri importanti elementi che hanno contribuito a fare luce sull’accaduto.
L’8 dicembre 2018 infatti fu arrestato un ufficiale corrotto del Kenya Wildlife Service, un’istituzione gestita dal governo keniota per la protezione della fauna selvatica del Paese.
L’ufficiale è stato arrestato assieme a suo fratello con l’accusa di essere entrambi coinvolti nel rapimento della Romano.
L’uomo avrebbe rivelato alla polizia che la ragione dell’operazione criminale era quella di ottenere un riscatto per recuperare le somme di denaro che la giovane doveva in un primo momento alla banda per l’acquisto dell’avorio.
A dare notizia dell’arresto dell’ufficiale del Kenya Wildlife Service fu l’emittente televisiva NTV Kenya che dedicò un servizio al caso.
Il servizio di NTV Kenya sulla Romano
Il governo Conte sapeva del traffico d’avorio?
In Italia però i media non hanno mai riportato le informazioni di cui disponeva la polizia del Paese africano sui reali moventi del sequestro della donna.
Eppure le autorità investigative locali sarebbero state perfettamente consapevoli già dal febbraio 2019 delle vere ragioni della presenza della Romano nel Paese.
E’ possibile pensare che la Farnesina e l’attuale governo Conte in carica da agosto 2019 non abbiano mai avuto accesso a queste informazioni già note alla polizia del Kenya da più di un anno?
E se lo sapevano perchè le autorità italiane che hanno trattato per la liberazione della donna non hanno informato la magistratura su questi fatti?
Alcuni avevano sollevato dubbi sul fatto che la Romano fosse una vera esperta di volontariato, reputata più una turista che giocava a fare la cooperante.
La ONG Africa Milele per la quale la ragazza lavorava non risulterebbe nemmeno iscritta alle federazioni che racchiudono tutte le Ong italiane.
Ma se la ricostruzione delle autorità keniote è corretta, la cooperazione e il volontariato sarebbero stati solo una facciata per nascondere operazioni di tutt’altro tipo.
La Romano si sarebbe trovata lì per un traffico di avorio finito poi con il suo sequestro.
E’ altamente probabile che il governo Conte abbia pagato un riscatto per la sua liberazione, che secondo alcune versioni sarebbe di 4 milioni di euro, mentre secondo altre sfiorerebbe la cifra di 40 milioni di euro.
La vicenda ha già suscitato un vespaio di polemiche perchè qualcuno ha sollevato il sospetto che la giovane potesse avere un accordo con i suoi rapitori.
L’opinione pubblica italiana aveva già diritto prima a sapere per quale motivo il governo PD-M5S avesse finanziato una pericolosa organizzazione di terroristi islamici.
Lo ha adesso ancora di più a sapere se sono stati spesi soldi pubblici per liberare una persona che si sarebbe trovata in Africa per dei presunti traffici illeciti che nulla hanno a che fare con l’aiuto ai bimbi africani.