Al telefono lui intuisce quale potrebbe essere la soluzione.
È Zannetti ad accompagnarla a Milano con un aereo militare.
Katia viene operata: ablazione del cuore e impianto di un defibrillatore permanente.
Lei si riprende ma la diagnosi resta incerta: fibrillazione ventricolare idiopatica.
La causa oscura
Non si capisce perché una donna giovane, sana, sportiva, in forma fisica perfetta (tre volte a settimana lezione di total body in palestra e corsa, 47 chili sulla bilancia).
Mai una sigaretta, niente alcol, che la sera prima era andata a dormire sentendosi in piena forma, la mattina si alza dal letto e sviene
Il recupero della normalità
Katia cerca di recuperare la normalità:
«Ho il ricordo dei risvegli in ospedale, dei medici che parlavano e io che non sapevo dove fossi.
Una sensazione orribile.
Nei primi mesi avevo paura del mio cuore matto.
Mi aveva tradita 50 volte e avrebbe potuto riprovarci. Quando sono rimasta incinta credevo che non sarei riuscita a sostenere la gravidanza.
E fino in ultimo in sala parto ero spaventata che sforzandomi non avrei retto».
È il 27 dicembre del 2019, metà mattinata, quando spunta fuori la testolina di Francesco: «Mentre parlo con lei piango.
Gli daremo un secondo nome. Carlo, per riconoscenza al prof».