«Io, mamma dopo 50 arresti cardiaci: così Francesco mi ha ridato un futuro»
Katia Contiguglia, 32 anni: «Ho il ricordo dei risvegli in ospedale, non sapevo dove fossi.
Ero schiava del mio cuore matto.
Fino all’ultimo ho avuto il terrore di non farcela, ora ho ricostruito la mia vita».
Il vero cuore matto batte nel petto di Katia Contiguglia, bella 32enne romana, cardiopatica forse unica al mondo.
È sopravvissuta a 50 arresti cardiaci, si è salvata grazie a una concatenazione di eventi fortunati e contro la volontà di un destino malevolo.
Ed oggi il suo cuore sembra essersi inchinato di fronte a Francesco, 8 mesi, partorito da una mamma terrorizzata dall’idea di non farcela e che il battito impazzito l’avrebbe di nuovo tradita.
Il pianto a dirotto
Eccola ritornare con i ricordi a quel giorno.
Mentre piange a dirotto, il bebè ancora avvolto dalla placenta, accanto Antonio Ragusa direttore di ostetricia e ginecologia del Fatebenefratelli-Isola Tiberina.
Avrebbe dovuto fare il cesareo invece è stato un parto naturale, grazie all’insistenza dell’ostetrico e dell’anestesista Maria Grazia Frigo.
«Con Francesco è sbocciato il futuro mio e della mia famiglia», scoppia di gioia Katia mostrando la foto scattata al mare con i suoi gioielli.
Il selfie di famiglia
La figlia Erika, 2 anni e mezzo, in braccioa il piccolo, autore del selfie il marito Fabio.
I loro occhi sprizzano felicità. Non c’è altro da aggiungere.
Katia racconta dall’inizio. Torna al 31 marzo del 2018: «Mi sono svegliata la mattina e ho sentito subito che qualcosa non andava.
Eravamo in vacanza a Napoli a casa dei miei suoceri. Sono svenuta.
Fabio era vicino a me. Mi ha salvata mia suocera che aveva seguito proprio la settimana prima un corso di primo soccorso e aveva imparato le manovre della rianimazione manuale».
Il massaggio cardiaco
La signora Rosa non si arrende e insiste col massaggio cardiaco fino all’arrivo dell’ambulanza.
Katia viene portata all’ospedale più vicino di Torre del Greco e poi all’ospedale Del Mare, in rianimazione, nel centro di Pio Zannetti.
Gli arresti cardiaci si susseguono per 6 giorni, è un continuo uscire e rientrare nella vita, il coma incombe e non la molla per 8 giorni, i cardiologi di Napoli non riescono a darsi una spiegazione.
Il viaggio a Milano
Poi qualcuno suggerisce di rivolgersi al dottor Carlo Pappone, noto aritmologo del San Donato di Milano.