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Il falò delle promesse. Meloni chiede sacrifici a Lega e Forza Italia

L’Iva su pane e pasta

Tra le ipotesi nel calderone la riduzione o l’azzeramento dell’Iva su pane, pasta e latte e iva ridotta al 5% sui prodotti per l’infanzia e assorbenti. Opzione che però sembra avere perso concretezza.

In un’intervista al Corriere della Sera Giovanbattista Fazzolari (FdI) spiega che la riduzione dell’Iva su pane e latte “è possibile che non ci sia. Incide poco. Si rischia che non ne benefici il consumatore. Il governo si è impegnato ad attuare il programma nell’arco della legislatura. Non abbiamo l’ambizione di realizzarlo tutto nella legge di Bilancio, che abbiamo dovuto approntare in due mesi e dedicare soprattutto al caro bollette e sostegno a famiglie e imprese”.

“C’e assolutamente accordo su tutta la manovra”, dice oggi il ministro delle infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, a margine del congresso provinciale della Lega a Treviglio. “Stiamo lavorando anche su altri dettagli – aggiunge – se riuscissimo ad azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e su quelli dell’infanzia sarebbe un bel segnale. Più di così in queste situazioni è difficile fare, partendo da almeno 20 miliardi delle bollette di luce e gas”.

Il taglio del cuneo fiscale

Sembra praticamente certo il taglio del cuneo fiscale cioè differenza fra quello che pagano i datori di lavori e il netto che arriva nelle tasche dei dipendenti. Il governo vuole “non solo finanziare” la misura (l’esecutivo Draghi aveva già ridotto il cuneo di 2 punti, ndr) anche per il 2023, “ma anche aumentarla – assicura Giorgetti – per i redditi più bassi dei lavoratori”.

L’obiettivo è portare il taglio a 3 punti. La norma verrebbe finanziata con i soldi risparmiati dalla stretta sul Reddito di cittadinanza. Da capire poi come verrà ripartito il beneficio: il governo Draghi l’aveva destinato tutto ai lavoratori, questa volta la scelta politica sarebbe di dare una quota alle imprese (il valore di questa quota non è chiaro).

Nuovi posti di lavoro

Sul fronte lavoro Forza Italia insiste per un intervento di detassazione delle aziende che porti nuove assunzioni. Silvio Berlusconi in persona si intesta la battaglia per avere “oltre un milione di posti di lavoro”.

La riforma delle pensioni

Sul fronte pensioni la strada tracciata porta a “quota 103” (41 anni di contributi e 62 di età) come soluzione ponte per superare la legge Fornero, insieme alla proroga di Opzione donna e Ape sociale. Le risorse dovrebbero arrivare dalla stretta sul Reddito di cittadinanza.

“Noi abbiamo un orizzonte temporale di 5 anni; già in questa finanziaria possiamo andare nella direzione di quanto avevamo promesso in campagna elettorale. Noi proporremo una quota ponte che è quota 41 (+ 62 anni di età, ndr) che inizia con un paletto degli anni: questo credo che sia necessario perché una riforma pensionistica strutturale così complessa con tanti sistemi di fuoriuscita credo devono essere messi a regime con un confronto”, ribadisce il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon a SkyTg24. “Fare le cose di fretta avrebbe portato degli errori, non c’è solo la parte economica che pone dei limiti – aggiunge Durigon -. Serve una riforma pensionistica complessiva che lanci definitivamente quota 41 e prendiamo l’anno successivo per pensare questa norma insieme alle parti sociali”.

La pace fiscale

La “pace fiscale” si ridimensiona: niente rientro dei capitali all’estero, mentre per le cartelle si va verso lo stralcio di quelle fino a mille euro e la riduzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione in 5 anni, per le altre.

L’aumento delle multe stradali

C’è poi un altro punto, emerso nelle ultime ore. Dal prossimo mese di gennaio potrebbero aumentare anche gli importi delle multe per le violazioni al Codice della strada. Rincaro legato a una disposizione del Codice stesso che prevede una revisione biennale degli importi legandoli all’inflazione. “Sto lavorando per capire se è possibile bloccare anche questi aumenti”, dice Salvini. “In un momento di crisi economica come questo – aggiunge – presentarsi a casa degli italiani dal primo gennaio con un aumento del 10% mi sembrerebbe assolutamente ingiusto e dannoso. Quindi – conclude – se già in manovra riusciamo a modificare questo articolo…” .