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Garlasco, quella conversazione tra Stefania Cappa e il padre: “Scarcerato? Ma vaf…”

 

Garlasco, l’intercettazione di Stefania Cappa

Il materiale in questione venne prelevato dal perito Francesco De Stefano durante il processo d’appello-bis. Secondo la tesi del genetista Carlo Previderè, consulente della procura pavese, quel Dna sarebbe “sovrapponibile con quello di Andrea Sempio”, l’amico di Chiara finito in passato sotto la lente di ingrandimento, ma mai formalmente accusato. De Stefano, invece, aveva definito il materiale biologico troppo “scarso e degradato” per attribuirlo con certezza a qualcuno. Ora la palla passa ai nuovi periti: dovranno stabilire se la scienza odierna può dare risposte più chiare rispetto al passato.

A fare da contorno a questa riapertura giudiziaria, tornano anche alcune intercettazioni risalenti al 2007. In particolare, una telefonata tra Stefania Cappa, una delle gemelle amiche di Chiara, e il padre, trasmessa recentemente dalla trasmissione Quarta Repubblica. Nel dialogo, la ragazza reagisce con rabbia e sgomento a una notizia ricevuta: “Ma vaff***”, esclama, mentre il padre cerca di calmarla parlando di scarcerazione. La giovane insiste: “Ma scarcerato, ai domiciliari o proprio…”, e lui replica: “No, proprio scarcerato, ora ne parlo col Gianni…”. Lei chiude: “Ma porca miseria…”. Frasi che gli inquirenti già conoscevano ma che tornano oggi nel dibattito pubblico.

Va ricordato che né Stefania né la sorella gemella sono mai state iscritte nel registro degli indagati. Eppure, la loro posizione rimane un elemento di interesse nell’ambito della ricostruzione del contesto relazionale e ambientale in cui si è consumato l’omicidio. Oggi, però, il nodo fondamentale non riguarda più le voci, i sospetti o i silenzi, bensì ciò che può dire il Dna. E sarà proprio la scienza, se le attese saranno rispettate, a stabilire se la verità su quel delitto può essere finalmente riscritta.