Si apre una nuova fase, più concreta e decisiva, nell’annosa vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Chiara Poggi. A quasi vent’anni da quel tragico 13 agosto 2007, quando la giovane fu trovata senza vita nella sua villetta di Garlasco, oggi la scienza forense entra nel cuore dell’inchiesta con un ruolo centrale e, soprattutto, condiviso: le nuove analisi saranno infatti svolte in contraddittorio tra tutte le parti coinvolte, comprese le difese dell’indagato Andrea Sempio, della famiglia Poggi e di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.
Si tratta di un momento cruciale per la Procura di Pavia che, con l’obiettivo dichiarato di fare chiarezza su elementi rimasti finora in ombra, ha individuato cinque punti fondamentali da approfondire. A occuparsene sarà un collegio di esperti nominato dalla giudice Daniela Garlaschelli, che avrà novanta giorni di tempo per fornire delle risposte, con possibilità di proroga. I risultati, attesi con grande interesse, saranno poi discussi pubblicamente in aula nella data già fissata del 24 ottobre. Il primo punto, in particolare, potrebbe cambiare tutto: riguarda i profili genetici estratti dai margini ungueali di Chiara, un elemento da tempo al centro del dibattito.