Ma non solo: i fumatori avvicinano regolarmente le dita, potenzialmente portatrici del virus, alla loro bocca, frequentemente la porta d’ingresso del virus”.
Già alcuni studi cinesi e americani avevano evidenziato il basso numero di fumatori tra i malati di Covid-19 rispetto al tasso di fumatori abituali nei rispettivi Paesi.
In uno studio condotto su 7.000 pazienti di Covid-19 negli Stati Uniti, soltanto l’1,3% sono fumatori, una percentuale 10 volte inferiore al tasso di fumatori.
Come spiega a BFM TV Bertrand Dautzenberg, ex pneumologo e presidente dell’associazione ‘Paris Sans Tabac’.
“Attendiamo la pubblicazione di dati precisi – aggiunge però Dautzenberg – dipende dal fumo, dalla nicotina?
Per il momento non lo sappiamo”. “Il tabacco – aggiunge l’ex pneumologo – non sarà però mai una soluzione per il Covid-19, significherebbe affrontare una polmonite col kalashnikov.
Bisogna sempre smettere di fumare, la sigaretta non sarà mai qualcosa di positivo”.