Ieri la svolta sul caso di Viviana Parisi e suo figlio Gioele prima scomparsi e poi ritrovati nelle campagne di Caronia, dopo 15 giorni di ricerche.
Ritrovati alcuni resti ossei compatibili con quelli di un bambino della stessa età di Gioele Mondello, il figlio di Daniele e Viviana Parisi, di 4 anni.
I resti ritrovati grazie alla collaborazione di alcuni volontari che proprio il padre aveva richiamato con un appello il 18 agosto.
Ora si trovano nell’obitorio del Policlinico di Messina in attesa dell’autopsia prevista per sabato.
E’ stato un volontario, un ex-carabiniere in pensione a trovare i resti che – secondo gli inquirenti -potrebbero appartenere al piccolo Gioele.
A soli 300 metri dal guard rail dove è avvenuto l’incidente che ha coinvolto l’auto della madre il giorno della scomparsa il 3 agosto scorso.
Resti che secondo una prima ricostruzione sarebbero stati trovati sparsi intorno all’area interessata dalla scomparsa di madre e figlio, forse trascinati da cani o animali selvatici.
Ora si attende l’esito dell’esame del dna per stabilire uffcialmente se quei resti appartengano al piccolo.
L’autopsia “sarà ancora più complessa rispetto a quella della madre.
Difficilissimo sarà stabilire la causa della morte”, ha spiegato il medico legale Elena Ventura Spagnolo la stessa che ha effettuato l’autopsia sulla dj Viviana Parisi.
Tra gli indumenti trovati ieri vicino ai resti, anche un paio di scarpette blu, il colore scelto dalla madre, il giorno della scomparsa il 3 agosto scorso.
Oggi, insieme ad altri frammenti di indumenti trovati tra i rovi della campagna di Caronia, saranno mostrati per il riconoscimento al padre, Daniele Mondello.
Sull’uomo sarà eseguito anche un prelievo per permettere un esame comparativo tra il suo Dna e quello dei resti del bambino.
“Madre e figlio potrebbero essere morti insieme, nello stesso luogo”, ha detto oggi il procuratore di Patti, Angelo Cavallo.
Per 15 giorni i reparti specializzati di Carabinieri ed esercito hanno perlustrato a fondo la zona, tra loro anche il reparto Cacciatori specializzati nella ricerca di latitanti.
Eppure solo ieri dopo 5 ore dall’inizio delle ricerche da parte dei volontari uno di loro Giuseppe Di Bello ex brigadiere dei Carabinieri rivela la sua scoperta.
Alcuni di loro – cittadini del posto – conoscevano bene la zona fitta della boscaglia sotto i monti Nebrodi.
“Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche.
la mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”.
“Nonostante il dramma che mi ha travolto – scrive – trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato.
Dedico un ringraziamento particolare al signore che ha trovato mio figlio.
Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato”.
“Viviana e Gioele – conclude daniele Mondello – vi ringraziano ed io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!”.