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Crisi, ristoratore suicida: Il fratello, “Fragile per l’incertezza del futuro e il timore di un altro lockdown”

Quali che siano le ragioni che l’hanno portato al gesto estremo, sento profondamente che la sua morte rappresenta una sconfitta per tutti noi, nessuno escluso.

Anche per la nostra categoria, che evidentemente non è riuscita a fare abbastanza per essere davvero vicina agli imprenditori del settore in questo momento di difficoltà”.

Lo scrive in una nota alla stampa Aldo Cursano.

“Abbiamo lottato in tutte le sedi opportune perché venisse riconosciuta la gravità della situazione economica, perché venissero approvate varie forme di sostegno che tutelassero le imprese e l’occupazione.

Sttolineando sempre il grande valore di un comparto che oltre ad esprimere numeri in termini di fatturato, posti di lavoro, imprese, è anche emblema della tradizione tutta italiana dell’accoglienza – osserva Cursano –

Eppure, il nostro impegno non è bastato a salvare la vita del collega fiorentino”.

“Mi si dirà – continua Cursano – che le ragioni economiche sono state solo una parte dei motivi celati dietro al suo gesto, che evidentemente nasce nel contesto di una vicenda umana privata e delicatissima.

Mi si dirà che non è compito di un’associazione di categoria intercettare le fragilità psicologiche dei suoi operatori.

Ma nulla mi convincerà a sentirmi meno responsabile di questa morte che, forse, poteva essere evitata.

Magari solo con una parola in più, una telefonata, un gesto concreto di solidarietà e vicinanza.

Ecco perché è una sconfitta per tutti.

Sabato è stato un giorno davvero triste per il mondo della ristorazione e per l’intera città di Firenze”.