Usa parole ancora più forti per dire che non è possibile fare previsioni Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano:
“con coloro che oggi rispondono ‘sì’ o ‘no’ non voglio avere nulla a che fare”.
Altrettanto drastico nel non sbilanciarsi è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova e direttore dell’Unità operativa complessa di microbiologia e virologia dell’azienda ospedaliera patavina:
“Non lo può dire nessuno come e quando ci sarà la seconda ondata di contagi da nuovo coronavirus”.
Il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) Tarik Jašarevi ha ricordato che “insieme ai partner, l’Oms continua a lavorare per pianificare qualsiasi scenario.
Sebbene non sia noto come si evolverà la pandemia, sulla base delle prove attuali, lo scenario più plausibile è quello di ondate epidemiche ricorrenti intervallate da periodi di trasmissione di basso livello”.
Non ci sarà una seconda ondata per il premio Nobel per la Medicina 2011 Bruce Beutler, mentre per l’immunologa Antonella Viola ci potrebbe essere.
Un nuovo aumento della curva epidemica invece è probabile secondo Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l’emergenza coronavirus.
Intervenuto alla trasmissione Agorà, come riporta l’Adnkronos, il professor Locatelli del Consiglio Superiore di Sanità ha dichiarato che una nuova pandemia potrebbe essere più debole, affermando che:
“E’ possibile che col ritorno dei mesi più freddi, nel tardo autunno e in inverno, ci possa essere una ripresa dell’epidemia.
Il virus circola eccome nel nostro paese e in altri continenti.
E’ fondamentale farci trovare preparati ad affrontare questa seconda ondata che, se dovesse verificarsi, secondo me non avrà le dimensioni e la portata della prima”.
Insomma, le prospettive e le previsioni degli addetti ai lavori (di tutti e 18) sono contrastanti.
C’è chi conferma l’arrivo di un secondo boom di contagi, ma c’è anche chi la smentisce categoricamente.
Sta di fatto che, se dovesse arrivare, di certo saremmo più preparati di prima.