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Coronavirus: “Mamma mi è morta davanti, poi è toccato a papà. Nessun tampone”

“Mamma mi è morta davanti, poi è toccato a papà. Ho sintomi Covid, nessun tampone”

La tragica storia di Simone Bertozzi, 46enne di Travagliato:

“Mi sono messo in isolamento da solo; a me, come a mia sorella, nessun tampone è mai stato fatto”

“Ti ringrazio per quello che hai fatto, ma stavolta non ce la faccio: sono troppo stanca”: sono le ultime parole dette da Catterina Ziliani al figlio Simone.

Poi la 76enne di Travagliato ha chiuso gli occhi e il suo cuore ha smesso per sempre di battere.

Non c’è stato nemmeno il tempo di parlare con un operatore del 112 e a nulla è servita la disperata corsa del figlio in strada per raggiungere la locale sezione dei volontari del 118.

“Erano le 7.30 di mattina del 22 marzo – ricorda tra le lacrime Simone Bertozzi -.

Quando ho capito che mia mamma stava morendo ho chiamato il 112, ma poi ho riagganciato:

continuavano a farmi domande inutili e non c’era tempo per quelle perché mia mamma aveva i minuti contati.

Nel disperato tentativo di salvarle la vita sono corso in strada, ho citofonato alla sede dei volontari del 118 del paese per vedere se avevano delle bombole di ossigeno da darmi: nessuno ha risposto.

Così sono tornato in casa e l’ho vista morire sotto i miei occhi: non potevo più fare nulla per lei.”

Un racconto che spezza il cuore, quello del 46enne di Travagliato.

Ad oggi non sa con certezza quale sia stata la causa dell’improvviso tracollo della mamma: “Sospetto Coronavirus”, hanno scritto sul certificato di morte.

La 73enne non è mai arrivata in ospedale e non le è mai stato fatto il tampone.

“Stava male da due giorni: aveva una tosse secca più fastidiosa che preoccupante e non ha mai avuto febbre.

Soffriva già di altre patologie e due anni fa aveva avuto un’ischemia, ma si era ripresa.

A parte la tosse non aveva altri sintomi riconducili al Coronavirus e anche l’affanno nel respirare, a detta del medico, poteva dipendere da altro, così non ci è mai stato detto di farla ricoverare.

Le sue condizioni sono precipitate fulmineamente la mattina del 22 marzo e non c’è stato più nulla da fare.

È stato devastante vederla morire, sapere che ne se stava rendendo conto e non poter fare nulla per aiutarla”.

Simone ha avuto giusto il tempo di seppellire la madre, prima di ripiombare in un nuovo incubo:

proprio il giorno in cui Catterina veniva sepolta, il marito Fausto ha cominciato a non sentirsi bene:

“Pensavo che fosse a causa dello shock per la morte della mamma, ma poi gli ho misurato la febbre: aveva 39,5.

Ho immediatamente chiamato il dottore e mi ha detto di dargli la Tachipirina.”

Passano due giorni e le condizioni dell’80enne peggiorano:

“Il 25 marzo sono andato dal medico per prendere un saturimetro e poi ho fatto il giro delle farmacie per cercare una bombola d’ossigeno, ho chiamato pure quelle di Verona: non ne ho trovata nemmeno una.

La saturazione nel frattempo era scesa tantissimo ed era arrivata a livelli preoccupanti, così ho chiamato il 112 e papà è stato portato in ospedale, a Chiari.

Lui non voleva, ma a malincuore è salito sull’ambulanza. Non c’era altro modo per curarlo.