“Abbiamo scoperto che la perdita dell’olfatto o la riduzione dell’olfatto è stata segnalata in media in tre persone su quattro infettate dal virus Sars-CoV-2”, spiegano.
E, nonostante la perdita dell’olfatto possa non meritare particolare preoccupazione, “in realtà ci dice molto su quello che sta succedendo all’interno: c’è un’infiammazione acuta nel sistema olfattivo”.
Secondo gli studiosi, proprio la perdita dell’olfatto potrebbe essere un nuovo modo “per rilevare precocemente il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson”, dato che si presenta nel 90% delle persone che hanno contratto la malattia e si trovano ancora nella prima fase, che si manifesta circa un decennio prima dei sintomi motori.
Attualmente, per diagnosticare la malattia si presta particolare attenzione ai sintomi motori.
Ma, “se si aspetta fino a questa fase della malattia di Parkinson per diagnosticare e curare, si perde l’opportunità di adottare terapie neuroprotettive con l’effetto desiderato”.
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