RESILIENZA
Resilienza è una parola che viene dal mondo dei metalli, e che significa che un metallo resiste alle forze che vengono applicate, e torna poi ad essere quello che era prima; l’opposto di resiliente è fragile, che si spezza.
Nella fase della ripartenza ci sentiremo sicuramente ancora fragili, molto fragili, perché quella a cui siamo chiamati, sia nella vita personale che in quella professionale, è in realtà una fase di grande stress e incertezza.
Per questo, avremo bisogno di tirare fuori tutta la nostra capacità di resilienza, che non significa negare che esista lo stress.
Anzi ci toccherà volenti o nolenti viverlo, ma viverlo avendo la capacità di passare dalla normalità che vivevamo prima a una nuova normalità, adattandoci: davvero, dovremo avere la capacità di resistere.
NUOVA DISTANZA
La distanza sarà un’altra parola chiave con cui dovremo confrontarci nella nostra vita, personale e professionale.
La distanza fisica del social distancing, certo, ma anche la nuova distanza che sarà data dal nostro continuare a lavorare in parte come prima, in parte in remoto.
La capacità di lavorare a distanza entrerà a far parte della nostra nuova normalità, a differenza di prima.
Questa distanza ce la porteremo dietro: anche quando la crisi sarà finita, e torneremo alla tanto agognata vita di prima, la distanza farà ormai parte di noi e del nostro bagaglio professionale, e nulla in realtà sarà più come prima.
ISPIRAZIONE
La ripartenza ha assolutamente bisogno di una nuova leadership, che valorizzi l’empatia e la condivisione, e che punti sulla capacità di ispirare le persone.
È inutile in questa fase la leadership direttiva vecchio stile: molto meglio una leadership empatica, profondamente ispirante, che non nasconda le difficoltà ma le renda condivise.
Sarà molto importante rafforzare il senso della comunità e sapere dare un “purpose”, uno scopo molto ben condiviso sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
REIMMAGINAZIONE
Una crisi di questa portata crea una vera e propria discontinuità col passato, che impatta il nostro modo di essere e di lavorare.
La capacità di reimmaginarci dal punto di vista professionale sarà fondamentale e sarà un fattore critico di successo:
faccio un esempio, chi si è occupato finora di eventi può o aspettare che tutto torni alla normalità (tempi lunghissimi).
O reimmaginarsi professionalmente e venire incontro ai nuovi bisogni emersi sul mercato.
L’essere capaci di reagire a questa crisi, ripensando le proprie competenze professionali e se necessario il proprio business in modo non reattivo ma proattivo, farà la differenza:
alcuni, paradossalmente, usciranno da questa crisi profondamente rafforzati, se saranno stati capaci di “ripensarsi