Secondo alcuni calcoli, saranno circa 400.000 le persone che perderanno il sussidio poichè non si sono preoccupati di rivolgersi ai centri d’impiego come pattuito.
Complice l’emergenza coronavirus ed il conseguente lockdown, erano stati allentati gli obblighi di quanti stessero percependo il sussidio:
in altre parole non erano tenuti a recarsi ai centri per l’impiego.
Una decisione presa in piena calamità sanitaria che aveva lo scopo di evitare il diffondersi della pandemia.
Da quando il lockdown è cessato, molti dei detentori del reddito di cittadinanza, hanno rifiutato impieghi e talvolta non si sono per nulla preoccupati di rivolgersi ai centri d’impiego per verificare se ci fosse possibilità di lavorare.
Molti pensano che il reddito di cittadinanza sia un bonus regalato dallo stato per restare in casa e non trovare lavoro…ma non è così!
Il Reddito di Cittadinanza è un sostegno economico che mira a reintrodurre i cittadini nel mondo del lavoro!
Adesso arriva una stretta decisa da parte del Governo.
E’ necessario mettersi in regola e farlo subito.
Nel caso in cui si continuasse a non fare niente si rischia di perdere il reddito di cittadinanza.
Questa decisa presa di posizione è anche dettata dal fatto che fino ad oggi sono state troppo poche le persone che sono riuscite a trovare un impiego grazie al questa misura:
solo 70.000, un numero troppo basso considerando lo sforzo economico che è stato fatto per mettere in piedi tuta la struttura dell’RdC.
Come fare per continuare a ricevere il sussidio?
Nelle prossime settimane, quindi, i percettori del reddito di cittadinanza avranno l’obbligo mettersi in regola ovvero di recarsi presso l’ufficio d’impiego e dare immediata disponibilità lavorativa.
Giusto per avere un’idea dei numeri, nel periodo precedente la pandemia i beneficiari del reddito di cittadinanza erano circa 530mila.
Dei quali solo 396.297 si erano presentati alla prima convocazione e sono stati sottoscritti solo 260mila patti per il lavoro.
Ricordiamo che la normativa prevede che il sussidio cessi di essere erogato nel momento in cui il beneficiario del sussidio non si presenti per almeno 3 volte.