• Sab. Nov 23rd, 2024

Doodles news

Sito web del gruppo LIFELIVE E.S.P.J

A Torino gli infermieri si incatenano davanti alla Regione: “Gli eroi sono stati dimenticati” [VIDEO e FOTO]

A Torino gli infermieri si incatenano davanti alla Regione: “Gli eroi sono stati dimenticati” [VIDEO e FOTO]

Gli eroi sono stati dimenticati. E’ questa la grande accusa che gli infermieri piemontesi del Nursid rivolgono alle istituzioni locali e nazionali.

Vestiti con i sacchi neri dell’immondizia che sono stati costretti a utilizzare nei lunghi mesi di lotta al Covid, gli infermieri hanno omaggiato sdraiandosi per terra i 40 colleghi che hanno perso la vita dopo aver contratto il Coronavirus nei reparti.
“Onoriamo le perdite che abbiamo avuto con 40 bare, sono le cicatrici che ci portiamo dentro e nessuno ci risarcirà mai” urla al megafono Francesco Coppolella, segretario del Nursind Piemonte.

L’accusa è pesantissima.

Oggi quelli della prima linea, quelli del fronte, quelli che avete mandato a combattere una guerra nudi e senza difese, quelli che chiamate eroi, li avete dimenticati”.
Il sindacato pone l’attenzione sui diritti negati in questi due mesi: dalle ferie abolite ai congedi, passando per i tamponi non effettuati e la quarantena abolita.
Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da mamma e figlia, entrambe in piazza.

Mia mamma è un’infermiera, sono stati mesi di paura, siamo stati abbandonati dalle istituzioni. Sono qui per i suoi diritti” spiega una giovane ragazza.

Una versione confermata dalla madre: “C’era tensione, ansia: i miei parenti vivevano nell’incubo che potessi portare a casa il virus.

Fonte

L’abbraccio che potevo dare ai miei figli non era più lo stesso”.

Le testimonianze di chi ha lottato per mesi al fine di garantire la salute dei cittadini sono toccanti: “Lavoro in un reparto Covid, c’è tantissimo stress emotivo: si vedono cose a cui non si era preparati.

Persone giovani che faticano a fare due passi a causa della malattia che ti toglie il fiato e la malattia” racconta un infermiere.

Non è stato facile lavorare in questo periodo, specie all’inizio dove ci siamo organizzati da soli: disagi fisici, psicologici. Ci siamo sentiti soli” ribadisce una collega.