Vestiti con i sacchi dell’immondizia usati nei reparti Covid, gli infermieri si sono sdraiati a terra per onorare le vittime di categoria:
“Sono cicatrici che portiamo dentro e che nessuno risarcirà”
Gli eroi sono stati dimenticati. E’ questa la grande accusa che gli infermieri piemontesi del Nursid rivolgono alle istituzioni locali e nazionali.
“Onoriamo le perdite che abbiamo avuto con 40 bare, sono le cicatrici che ci portiamo dentro e nessuno ci risarcirà mai” urla al megafono Francesco Coppolella, segretario del Nursind Piemonte.
L’accusa è pesantissima.
“Mia mamma è un’infermiera, sono stati mesi di paura, siamo stati abbandonati dalle istituzioni. Sono qui per i suoi diritti” spiega una giovane ragazza.
Una versione confermata dalla madre: “C’era tensione, ansia: i miei parenti vivevano nell’incubo che potessi portare a casa il virus.
Le testimonianze di chi ha lottato per mesi al fine di garantire la salute dei cittadini sono toccanti: “Lavoro in un reparto Covid, c’è tantissimo stress emotivo: si vedono cose a cui non si era preparati.
Persone giovani che faticano a fare due passi a causa della malattia che ti toglie il fiato e la malattia” racconta un infermiere.
“Non è stato facile lavorare in questo periodo, specie all’inizio dove ci siamo organizzati da soli: disagi fisici, psicologici. Ci siamo sentiti soli” ribadisce una collega.