Un calvario durato quasi 20 anni:
a testimoniarlo ci sono anche referti medici con prognosi fino a trenta giorni – ma mai un denuncia – e numerose cicatrici sulle mani e sulla bocca.
”Se non gli portavo i soldi per comprare la droga, mi picchiava. Se la sera ero stanca, mi picchiava.
Se reagivo, mi picchiava.
Se la mattina vestendo i bambini per portarli a scuola facevo rumore e lo svegliavo, mi picchiava” ha raccontato la giovane donna in tribunale.
Lui ha fatto un anno di carcere, poi è stato ai domiciliari a casa della madre che ha difeso sempre il figlio dicendo che la nuora mentiva.
La madre in tribunale lo ha descritto come una persona buona:
“Lui si sa chi è, è un pluripregiudicato, non ha mai lavorato, non si è occupato mai dei figli, assumeva droghe e anche lui una volta beveva, ma è un buono”.
Al termine del processo l’uomo è stato condannato a quattro anni di reclusione per sequestro di persona, lesioni e maltrattamenti in famiglia, così come richiesto dal pubblico ministero.