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Trova 40 mila euro durante una ristrutturazione, ma arriva la beffa finale

Trova 40 mila euro durante una ristrutturazione, ma arriva la beffa finale

Quando si tratta di ristrutturare una casa, ci si aspetta di imbattersi in polvere, materiali da costruzione e magari qualche piccolo tesoro nascosto, come oggetti antichi o cimeli di famiglia. Tuttavia, quello che è successo a Tono Pineiro, un operaio spagnolo di Valencia, va ben oltre l’immaginabile.

 

Durante i lavori di ristrutturazione di una vecchia casa a Lugo, nel nord-ovest della Spagna, l’uomo ha fatto una scoperta sorprendente: ha trovato ben 40 mila euro in contanti nascosti in alcune scatole dietro un muro. Tuttavia, dopo la gioia iniziale, l’operaio si è dovuto confrontare con una delusione che ha trasformato quel colpo di fortuna in una sorta di beffa. Ma andiamo con ordine.

La scoperta clamorosa durante i lavori

Tono Pineiro era impegnato nei lavori di demolizione di una parete della casa quando ha notato qualcosa di insolito. Incuriosito da un rumore strano proveniente dall’interno del muro, ha deciso di proseguire con maggiore attenzione. Dopo aver colpito con un martello alcune parti della parete, si è trovato di fronte a sei scatole di Nesquik nascoste tra i mattoni. Dentro le scatole c’era qualcosa di inaspettato: banconote per un valore complessivo di circa 40 mila euro.

Naturalmente, l’operaio è rimasto scioccato e incredulo di fronte alla scoperta. Pensare di trovare una somma di denaro così considerevole durante una normale giornata di lavoro è qualcosa che lascia senza parole. La notizia si è rapidamente diffusa, e ben presto ha fatto il giro del web e dei principali quotidiani, compresi alcuni italiani come “Il Messaggero”.

La beffa delle vecchie banconote

Tuttavia, quella che sembrava una fortuna improvvisa si è trasformata presto in una grande delusione. Tono Pineiro, felice della scoperta iniziale, ha presto dovuto fare i conti con una dura realtà: le banconote ritrovate non erano in euro, bensì in pesetas, la vecchia valuta spagnola, ritirata ufficialmente dal Paese nel 2002 con l’avvento dell’euro.