“Quello che è successo mi ha cambiato”, ha affermato. “Mi sentivo invincibile, adesso ho preso coscienza dei miei limiti. Sono diventato più attento alle cose, la malattia è anche un’opportunità. Ho potuto misurare ancora di più l’amore della mia famiglia, che mi è stata sempre vicino. Anche quando ero in coma e non sentivo niente, loro erano lì, accanto al letto, a parlarmi e a tenermi la mano”.
Ricorda poco di quel tragico giorno. “Solo un fortissimo mal di testa. Poi il buio”. Ma quando ha rivisto la luce, ha sentito subito il calore della vicinanza dei suoi cari. Ha continuato a seguire con determinazione la fisioterapia per migliorare le sue condizioni. “Ci sono ancora le stampelle e a tratti c’è anche la sedia a rotelle”, ha detto, “ma sto lavorando duramente per superare ogni difficoltà”.
La sua prossima meta è tornare allo stadio. “Sì, vorrei molto farlo. E ho in programma di andare a vedere Juve-Milan con mio figlio…”.
Tacconi ha sottolineato che non si sente più invincibile. “Ho seguito la luce di Padre Pio”, ha detto. “Credo in Dio attraverso mia moglie.
È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo dove sono stato ricoverato”. Ha aggiunto che durante il periodo di incoscienza ha iniziato a rendersi conto della gravità della sua situazione. “L’abbiam passata brutta, pensavo di essere immortale e invece dietro l’angolo c’è qualcosa di inaspettato. Meno male che c’era mio figlio (Andrea, ndr.). Quando sono tornato a casa sono stato annaffiato dai miei cani che mi hanno leccato in continuazione”.
Tacconi ha espresso la sua gratitudine per il sostegno ricevuto durante questa difficile fase della sua vita. “Sono grato alla mia famiglia per avermi sostenuto in ogni momento”, ha detto. “E sono grato alla luce di Padre Pio che mi ha guidato attraverso questa tempesta”.