La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è una ferma sostenitrice del ritorno in classe, ma deve scontrarsi con i dati del Cts e con i diversi governatori di Regione.
Come detto, alcuni di loro hanno deciso di lasciare a casa anche gli studenti di elementari e medie: è successo in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania.
La parola andrà ora dunque alla scienza con Agostino Miozzo, a capo del Comitato tecnico scientifico, che ha definito la chiusura delle scuole la vera emergenza.
Ci sono poi naturalmente i giochi della politica, con forti scontri sul tema scuole anche nella maggioranza di governo.
Da una parte Pd e Leu, che vorrebbero mantenere la chiusura, dall’altra Movimento 5 Stelle e Italia Viva che vorrebbero una tempestiva riapertura almeno di infanzia, elementari e medie.
Altro nodo assai delicato e ancora non risolto è quello che riguarda i trasporti pubblici, inevitabilmente più carichi con le scuole aperte.
Serve un piano in tal senso, così come è necessario valutare uno screening costante di studenti e professori, per andare a limitare quanto più possibile la nascita di eventuali focolai.
Servono poi orari d’ingresso scaglionati e per questo l’Azzolina ha chiesto al presidente delle Regioni, Stefano Bonaccini, che ogni territorio presenti un piano con le situazione più critiche in tal senso