Scuola, la ministra Azzolina: “Non ho dubbi questo è quello che bisogna fare”
«I ragazzi felici di essere tornati: e ci devono rimanere»
La ministra respinge le richieste di allargare la didattica a distanza per limitare il rischio: «I contagi non avvengono dentro le scuole».
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«I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole.
L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo»: la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, difende a spada tratta la necessità di tenere le scuole aperte, nonostante le nuove restrizioni decise dal governo. «I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola.
E ci devono rimanere. Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove».
Video:La ministra Azzolina: «La scuola è la cosa più importante. Tenerla aperta è la priorità»
L’ ipotesi avanzata dalle Regioni, di utilizzare solo didattica a distanza alle superiori e allentare così il rischio di contagio sui mezzi pubblici, viene respinta anche dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia:
«Sappiamo che la didattica a distanza è sempre utilizzabile, viene utilizzata anche per rafforzare l’attività opzionale pomeridiana, però in questo momento non sul tavolo», ha precisato Boccia a Sky TG24.
«Tutti gli sforzi che stiamo facendo – ha aggiunto – sono per difendere il lavoro e la scuola.
Le Regioni non potranno muoversi in autonomia, le modalità con cui funzionano le scuole sono decise dallo stato centrale.
Abbiamo modificato norme che prevedevano l’organizzazione di alcuni servizi pubblici e lo abbiamo fatto insieme, dove c’era legislatura concorrente abbiamo lavorato insieme.
L’organizzazione delle scuole inevitabilmente passa attraverso una valutazione dello Stato, poi Comuni e Province ci hanno aiutato tantissimo nell’attuare norme che abbiamo approvato e messo nella disponibilità delle scuole tante risorse che servono a potenziare le strutture logistiche.
Ma la scelta della didattica a distanza o meno è una scelta del governo centrale e del ministro Azzolina».
Pure il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, insiste che le «scuole devono restare aperte e andare avanti»:
«Abbiamo fatto un grande sforzo economico con la ministra Azzolina e il governo mettendo a disposizione 7 miliardi di euro che ci hanno permesso di mantenere distanziamento nelle classi e poter far sì che l’attività scolastica continui ad essere applicata e quindi a poter sviluppare le capacità culturali del nostro paese».